venerdì 25 marzo 2011

Documento sulle origini dell'OFS di Ortona

Il più antico documento che si conosca sinora sull'origine e la presenza del Terz'Ordine Francescano in Ortona è un manoscritto di tre pagine, molto fitte, scritte in italiano e in latino, esistente presso la Biblioteca Diocesana.
Il documento riferisce di un testamento aperto il 29 maggio 1607 alla presenza di numerosi e qualificati testimoni, che firmano l'atto, tra cui un notaio e un giudice.
Questi sono: Virgilio Marano giudice a vita ai contratti, Nicola de Gratiis, notaio civitatis Ortonae, Diagramba de Urbiscio, procuratrice del Terz'Ordine in Ortona; Mucio de Fabritiis, Horatio e Vincenzo de Letto, Scipione Massari, Francesco Vescio, Jacovo de Bernardi, quasi tutti appartenenti a famiglie della nobiltà ortonese.
La signora Vincenza de Sciullo lascia in eredità al Terz'Ordine una casa presso la chiesa di San Bartolomeo, esistente allora tra l'attuale corso e via del Giglio. Lascia inoltre al Terz'Ordine i redditi di una vigna esistente in contrada "Acqua viva"; altri redditi vengono lasciati alla Cappella che il Terz'Ordine aveva all'interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie, con l'impegno che l'Ordine curi la celebrazione di Sante Messe presso l'altare maggiore della cattedrale di San Tommaso nel giorno della commemorazione dei defunti per la signora e i suoi figli.
Un lascito così ampio e la presenza di tanti testimoni qualificati dimostrano che l'OFS in Ortona era presente molto probabilmente già nel Cinquecento, se, agli inizi del Seicento, appare già consolidato con una cappella propria all'interno della chiesa dei frati minori ed era in grado di ricevere e gestire lasciti testamentari di un certo valore.

(da una ricerca del prof. Antonio Falcone)